![]() TU DI CHE SOGNO SEI? |
Redazionale Psichelab
“TU DI CHE SOGNO SEI?” |
PAROLA D’ORDINE:”Tu di che sogno sei?”
E’ un segno dei tempi anche questo!
Sembra che stiano per essere deifinitivamente cancellati quei vecchi tempi dove, in qualsiasi salone del parrucchiere, certe strambe figure, con su i bigodi o la carta argentata della tinta, sfogliavano senza cura una qualche rivista datata per fermarsi, tutte quante, all’ultima pagina come fosse il momento della sacra scrittura.
Nel copione ci sta che puntassero gli occhi fissamente sulle righe ben organizzate in dodici paragrafetti, socchiudendo e muovendo le labbra sommessamente come se stessero recitando una qualche giaculatoria.
Qualcuna di queste mutanti da parrucchiere, poi, veniva sorpresa sorridere, altre cupe in viso cercavano con lo sguardo bieco una qualche compagna di sventura, per condividere la gemellanza astrale della sfiga.
E immancabilmente, le più accasate, quelle iscritte a quel circolo da vecchia data, tiravano su un argomento da conversazione semi-seria con il garzone dello shampoo o con lo stilista, parrucchiere affacendato con le forbici in quei cinquecento suoni inutili, come a prendere la mira, prima di ghigliottinare un millimetro di capigliatura.
Ma, a metà mattinata, all’ora del caffè e quasi allo scadere del contatempo del casco sopra i bigodi o della lampada rossa sopra i riccioli, l’indugio veniva rotto senza ritegno e, lo spazio di vanità rimandato al momento dello specchio dietro alla testa, per vedersi in tutto tondo.
Il rituale iniziava, dunque, per quanto ripetitivo con la domanda: “Tu di che segno sei?”.
Era la medesima domanda della settimana precedente, o del mese precedente, ma si sa, parlando di fato e di previsioni del futuro, ci sta nel rituale canonico che il ghiaccio venga rotto in una qualche maniera.
E così si arrivava fino al momento della vanità, e del conto proposto regolarmente al di fuori di qualsiasi ricevuta fiscale.
E il perchè è uno di quei misteri della fede a cui ancora oggi non c’è risposta.
Ecco il segno dei tempi che avanza e, più vanitosi di quelle signore allo specchio, ci pregiamo di aver dato il nostro contributo, qui dagli studi di Psichelab.it, con la nostra rubrica del MERCOLEDI’ DEL SOGNO.
Rimane molta scaramanzia, in mezzo, e tanto tantissimo fatalismo.
C’è chi racconta il proprio sogno perchè è strano, chi lo racconta perchè è bello, chi lo sciorina perchè sa già tutto su questioni come i denti che cadono e i soldi che arrivano e chi per ingannare il tempo, immancabilmente accompagnato dal medesimo sforbiciare a vuoto dello stilista parrucchiere.
Hai sognato forse anche tu, di restare senza capelli?
E chi altri ha fatto il sogno di volare?
Quanti di voi erano inseguiti da mostri, ladri, assassini e stupratori?
E, quasi sempre, c’è anche chi fa il sogno delle acque.
E tu, di che sogno sei?
E’ forse questa l’apocalisse della Smorfia? Non ci è dato di saperlo.
Sono mutazioni lente a concludersi compiutamente.
Di certo, gran parte dei lettori de IL SOGNO, LA VIA MAESTRA hanno tutti in comune una caratteristica inconfondibile.
Lasciano la rivista datata a prender polvere sul tavolino del salone e, con qualsiasi pretesto, cercano qualcuno per confrontarsi sull’ultimo sogno.
La conclusione per ora è sempre la stessa.
Una rapida occhiata allo specchio tuttodondo e poi il conto.
Sempre senza ricevuta fiscale.
Ancora rimane quel certo senso religioso dell’atto di fede!
Ecco le nostre proposte su psichelab.it, il blog digitale che non teme la polvere
In ordine di vanità:
- Leggere gli 8 volumi pubblicati fino ad oggi sul sogno: SI VOGLIO SAPERNE DI PIU
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Buon ferragosto e dintorni.
LA REDAZIONE
psichelab.it
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